PLACES NEVER ARE PLACES EXHIBITION

GIORGIO TENTOLINI

VENUS RESONANCE

 

L’installazione artistica presentata è un dialogo continuo tra passato e presente,
un’intersezione tra i canoni estetici classici e la fluidità dell’arte contemporanea.

Al centro di questo dialogo c’è la Venere Italica di Antonio Canova,

simbolo per eccellenza della bellezza idealizzata, reinterpretata

attraverso l’uso innovativo della rete metallica.

 

Il progetto si compone di otto opere bidimensionali che ritraggono la Venere da prospettive diverse,
circondando lo spettatore in una disposizione circolare, richiamando l’ambiente dell’atelier accademico.
Questa configurazione ricrea la sensazione di uno spazio di studio, dove un tempo gli studenti
si disponevano attorno al soggetto per catturarne ogni sfumatura. Qui, tuttavia, l’osservatore è chiamato
a riflettere non solo sulla forma, ma anche sul significato profondo che essa assume nel contesto attuale.

 

Ogni opera è realizzata sovrapponendo una decina di strati di rete metallica, tagliati e cuciti a mano,
per rappresentare la figura della Venere. Questa scelta materiale e tecnica è carica di significato.

La rete, composta da nodi e connessioni, diventa una potente metafora delle interconnessioni umane,

sociali e culturali che definiscono il nostro tempo. Le prospettive multiple della Venere non sono altro

che le molteplici identità che ciascuno di noi assume in un mondo iper-connesso, un riflesso

della complessità dell’esistenza contemporanea.

 

Ma la rete è anche una gabbia, un confine che contiene e allo stesso tempo limita. In questo senso,
le opere si pongono come una critica ai canoni estetici che, pur celebrati, ci imprigionano

in schemi rigidi e predefiniti.

 

La Venere, simbolo di un ideale di bellezza universale, appare qui imprigionata in una trama

che ne limita la libertà, suggerendo la necessità di rivedere e riformulare questi canoni

alla luce di una sensibilità moderna.

 

Gli sfondi delle opere, campiture di colore piatto che abbracciano l’intero spettro cromatico,

offrono un contrasto netto con la trasparenza della rete. Questo contrasto sottolinea la tensione
tra la tridimensionalità della figura e la piattezza dello sfondo, richiamando la dualità tra la solidità

dei valori classici e la fluidità della percezione contemporanea.

 

Il fulcro dell’installazione è una Venere Italica tridimensionale, realizzata sovrapponendo migliaia di strati

di rete. Questa figura centrale, pur occupando la posizione di maggiore rilievo, è semicoperta dai pannelli circostanti, invitando lo spettatore a scoprirla progressivamente. La Venere al centro rinuncia così

alla sua monumentalità classica per assumere un aspetto più intimo e raccolto, celata dietro le sue stesse copie bidimensionali, come un’entità nascosta che si rivela solo a chi è disposto a esplorarla con attenzione.

 

Qui emerge una riflessione profonda sulla natura del materiale e del soggetto: i pannelli in tondo,
che rappresentano la Venere, non sono realizzati ritraendo un soggetto reale, ma sono essi stessi creati
dallo stesso materiale della figura centrale. In un certo senso, la rete metallica, con i suoi significati
di interconnessione e gabbia, ritrae se stessa, in un gioco di specchi dove il virtuale ritrae il virtuale.

Questa scelta artistica sottolinea l’idea che, nel mondo contemporaneo, la percezione della realtà
sia mediata e filtrata attraverso strati di rappresentazione, creando un cortocircuito

tra il soggetto e il mezzo.

 

In conclusione, questo progetto si presenta come una riflessione profonda sull’identità,

l’estetica e il rapporto tra individuo e società. Le opere, disposte in cerchio attorno
alla Venere tridimensionale, creano uno spazio in cui lo spettatore è invitato a riconsiderare
la bellezza non come un valore assoluto e statico, ma come un concetto dinamico,

in continua evoluzione.


La rete metallica, con la sua dualità di interconnessione e limitazione, diventa il mezzo

attraverso cui esplorare e sfidare i canoni estetici, offrendo una visione del tutto nuova

della Venere Italica, simbolo eterno, ma ora anche contemporaneo.

GIORGIO TENTOLINI VENUS RESONANCE 2024
PLACES NEVER ARE PLACES